L’articolo esamina l’impatto del ritorno di Trump alla presidenza degli USA sulla costituzione economica europea. In risposta alle nuove incertezze del rapporto transatlantico e al continuare della guerra russa di aggressione in Ucraina, l’UE e i suoi stati membri hanno allentato le regole fiscali che limitavano l’indebitamento e avviato un massiccio piano di spesa per la difesa. A livello europeo, la Commissione ha incentivato tramite ReArmEU l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di Stabilità e Crescita, e simultaneamente proposto un fondo speciale, SAFE (Security Action for Europe), del valore di 150 miliardi di euro, che è stato approvato dal Consiglio e che consentirà agli Stati che lo vogliano di ottenere ulteriori prestiti per accelerare il riarmo. A livello nazionale, poi, lo Stato membro che aveva tradizionalmente propugnato il rigore fiscale – la Germania – ha modificato in appena un mese la sua Legge Fondamentale per autorizzare indebitamento senza limiti sulla difesa. Questi cambiamenti hanno portato ad un superamento del paradigma della stabilità nel funzionamento dell’UEM, riconoscendo l’importanza della sicurezza. Tuttavia, le misure prese dall’UE e dagli Stati membri per aumentare la spesa in difesa rivelano una serie di problemi: basandosi su spese nazionali, esse rischiano di creare profonde asimmetrie tra i paesi membri, e sprechi, senza raggiungere una reale capacità di deterrenza. Pertanto, sarebbe opportuno che l’UE non si limitasse ad annacquare le regole fiscali ma rafforzasse la sua capacità fiscale centrale prevedendo dei meccanismi di finanziamento comune di una difesa comune.
Keywords: artificial intelligence; strategic asset; industrial policy; European Union; geopolitical rivalries
Federico Fabbrini è Professore ordinario di diritto dell’UE presso la Dublin City University e Direttore Fondatore del Dublin European Law Institute (DELI)
Email: